Lettera ai soci GAL

“La determinazione del Servizio sviluppo dei territori e delle Comunità Rurali dell’Assessorato all’Agricoltura e Riforma agro-pastorale che revocava il finanziamento di 3.000.000 € al GAL è stata definitivamente annullata. Il GAL può continuare operare al meglio e i beneficiari possono portare avanti i loro progetti di finanziamento sui bandi del GAL.

Però la confusione che si è venuta a creare nel nostro percorso, a causa di questo lungo contenzioso, appena concluso, merita di essere spiegata con parole semplici e senza cavilli burocratico-legali.

Partendo dall’inizio: cos’è un GAL? A cosa serve?

Il GAL è uno strumento che l’Unione Europea ha pensato per far diventare protagonisti soprattutto quei soggetti che nei territori rurali hanno poca voce (nel senso che li fanno parlare poche volte), quelli che non fanno politica di professione, quelli che non vivono nelle istituzioni. Uno strumento dove piccoli imprenditori, semplici cittadini, gente che ha a cuore il futuro dei propri figli in questo territorio può trovarsi improvvisamente dentro assemblee a discutere con sindaci, presidenti di unioni di comuni, assessori regionali, dirigenti dell’apparato burocratico-amministrativo, di Argea, di Agea etc. etc.

Non è facile per gente di campagna e semplici cittadini. Non è facile perché costa tempo e denaro. La gente di campagna che si impegna entrando negli organi decisionali del GAL, nei CdA, nelle assemblee, nei tavoli tematici e quant’altro non prende rimborsi o gettoni di presenza. Il GAL, contrariamente ai soliti progetti e ai finanziamenti calati dall’alto, serve ad avvicinare la programmazione delle risorse europee ai territori, alla gente del posto, serve per decidere nei nostri paesi quali sono le cose più utili da fare, quali sono quelle sulle quali investire.

Questo è quello che i tecnici della Regione, quelli di Laore, ci hanno sempre raccontato. E io ci ho creduto quando ho deciso di impegnarmi. Tutti noi allevatori, contadini, piccoli artigiani, semplici cittadini, cooperative sociali, ci abbiamo creduto.

Quando sono diventato presidente di questo GAL si era appena concluso il percorso partecipativo per la costruzione del Piano di Azione. In quegli anni, tutta la Regione e tecnici di Laore ci chiedevano di partecipare, di essere propositivi, di dare il nostro contributo nelle riunioni, nei tavoli tematici, nelle assemblee. Poi ci sono state le elezioni del CdA, grande partecipazione, numerose candidature. Il tutto fatto nel pieno rispetto delle regole di una Fondazione di partecipazione. Come da statuto un CdA composto dalla rappresentanza pubblica e da quella privata, da giovani e da donne. Per coinvolgere tutti. Per rappresentare tutti.

Il Piano di Azione del GAL voluto dal territorio del Marghine negli incontri di progettazione partecipata finanzia due grandi temi: l’agroalimentare e il sociale. Fatto il Piano e acquisito il finanziamento di 3 milioni di euro al GAL viene chiesto di gestire le risorse.

Il primo importante impegno del CdA (supportato in quel momento solo dai tecnici Laore) è stato quello di preparare i bandi di evidenza pubblica per assumere la struttura tecnico-operativa del GAL (direttore, animatori e il responsabile amministrativo). E devo dire che in questa operazione siamo stati molto fortunati perchè abbiamo trovato professionisti molto competenti, sempre disponibili, intelligenti e che, nel tempo, si sono fatti stimare da tutti in questo territorio.

Mentre si preparavano le procedure per assumere la struttura tecnico-operativa, sempre con il supporto dei tecnici Laore, sono andate avanti le procedure per “affinare” il PdA con il cosiddetto “Fine Tuning”, per renderlo coerente con il PSR e con i diversi regolamenti sulla gestione dei fondi europei.

La prima azione che è stata portata avanti è quella che aveva bisogno di tempi molto più lunghi per la sua realizzazione: una misura di cooperazione dalla quale è scaturito qualche anno dopo il famoso progetto Kent’erbas.

Kent’erbas è un progetto che finanzia la ricerca sul valore nutrizionale e aromatico del latte (e formaggi) e della carne prodotti a partire dalla grande quantità di erbe diverse presenti nei pascoli del Marghine. Un progetto che finanzia la ricerca dell’Università degli Studi di Cagliari e di Agris e non finanzia un euro agli allevatori che invece mettono a disposizione i loro pascoli, i loro animali e il loro tempo per le finalità di ricerca. I risultati di questo progetto saranno importanti per il futuro del Marghine, dei suoi prodotti e non solo.

Sembra incredibile ma la confusione nasce proprio dalle procedure che hanno portato alla definizione di questa azione.

La Regione infatti, circa un anno dopo l’approvazione del bando e l’aggiudicazione delle risorse all’unico concorrente che si è presentato, l’aggregazione Kent’erbas, si accorge che tra i due enti di ricerca e i 27 allevatori che la compongono ci sono anche il presidente e un consigliere di CdA e lo contesta al GAL ipotizzando un conflitto di interessi. Il GAL risponde prontamente (e continuerà a rispondere anche dopo) spiegando nel dettaglio le procedure di approvazione e che non può esserci conflitto perché mai il CdA ha discusso e tanto meno approvato atti che riguardano quel bando. La Regione dopo due anni ancora decide, addirittura, causa questo ipotetico conflitto di interessi, di revocare l’intero finanziamento al GAL. Il GAL a questo punto fa ricorso al TAR e vince su tutta la linea: la revoca dell’intero finanziamento è sproporzionata e soprattutto non c’è conflitto di interessi. La Regione non si ferma e propone appello al Consiglio di Stato, ed è storia di questi giorni: il finanziamento del GAL è salvo ma viene accolto parzialmente il ricorso della Regione che ha introdotto una novità, il conflitto di interessi per Kent’erbas e un altro bando sussisterebbe perché il CdA avrebbe approvato un documento che sta a monte dei bandi: il Complemento di PdA.

Adesso la confusione è totale perché contrariamente a quanto affermato in sentenza, il CdA del GAL non ha mai approvato neanche il Complemento.

Gli avvocati sono al lavoro per cercare di capire che fare.

In conclusione spero di essere riuscito a spiegare, quindi, che in questa storia non ci sono né “conflitto” né “interessi”.

C’è sicuramente la fatica di gente come noi che quando viene chiamata a partecipare, partecipa volentieri, ma si rende conto che è veramente un soggetto debole e con poca voce quando, senza adeguate difese, si scontra con la filiera politico-amministrativa in Sardegna.

Per quanto mi riguarda ho promesso che mi sarei impegnato a fondo, fino alla fine del mio secondo mandato, e manterrò la promessa.

In questi giorni convocherò un CdA e insieme prepareremo un’assemblea dei soci per illustrare le novità”.

 

Sergio Sulas,

Presidente GAL Marghine