Il territorio del Marghine

 

La regione del Marghine si estende su una superficie di 534,25 Kmq e comprende i comuni di Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, Lei, Macomer, Noragugume, Sindia e Silanus, con una popolazione di 22.533 residenti al 1 gennaio 2015 (Istat). I 10 comuni, centri dell’entroterra regionale geograficamente contigui, da sempre hanno intessuto tra loro solide reti di relazione in ambito sociale, culturale ed economico.

La regione, che prende il nome dall’omonima catena, è situata nella parte centro-occidentale dell’isola, in posizione baricentrica e strategica per le comunicazioni dell’intero territorio regionale, ed è facilmente raggiungibile da tutti i settori geografici della Sardegna. Il paesaggio è piuttosto variegato e conserva intatto un patrimonio archeologico e ambientale importante.

Il ricco sistema ambientale si caratterizza per un’ampia varietà tipologica e un elevato livello di naturalità, per la presenza di habitat di interesse ecologico rilevanti in ambito
mediterraneo e la conservazione della biodiversità. Tra le aree di pregio, nel territorio del Marghine sono presenti in particolare alcuni Siti di Interesse Comunitario (nel dettaglio SIC ITB021101 “Altopiano di Campeda” e SIC ITB011102 “Catena del Marghine e del Goceano”), Zone di Protezione Speciale (ZPS ITB023050 “Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali” e ZPS ITB023051 “Altopiano di Campeda”).
Fra le aree di particolare interesse naturalistico si evidenziano il giardino storico di Badde Salighes a Bolotana, con numerose specie arboree esotiche; le formazioni a Taxus baccata e Ilexaquifolium di “MularzaNoa” (Bolotana), con alberi di grandi dimensioni; l’area del Monte Sant’Antonio tra Macomer e Borore.
Il patrimonio storico-archeologico del Marghine si contraddistingue per un’elevata concentrazione di monumenti di epoca prenuragica e nuragica, sono infatti molteplici le presenze di nuraghi, tombe dei giganti, dolmen e domus de janas. La massima espressione di costruzioni in epoca nuragica è data da Nuraghi monumentali, costruzioni megalitiche, uniche per tipologia costruttiva e per stato di conservazione; risalenti a un periodo intorno alla prima fase del bronzo medio (dal 1500  al 900 a.c. circa) rappresentano le costruzioni più alte, dopo le piramidi d’Egitto, in tutto il mediterraneo. In questo territorio si sono fatte anche importanti scoperte archeobotaniche, come a Borore nell’area archeologica di Duos Nuraghes in cui sono stati rinvenuti vinaccioli riconducibili alla varietà “Cannonau”. Queste eredità testimoniano che le risorse naturali del Marghine da sempre hanno permesso l’insediarsi di una comunità operosa e florida.
A Bolotana è inoltre apprezzabile Villa Piercy, in stile liberty, fatta erigere negli ultimi decenni dell’Ottocento dall’omonimo ingegnere e circondata da un apprezzato giardino ricco di specie esotiche. Il Museo del Pane Rituale di Borore avvicina il visitatore al processo tradizionale di produzione di un bene etno-antropologico intangibile com’è il pane; il museo etnografico “Le arti antiche” di Macomer espone invece una ricca collezione documentaria databile tra il XVIII e XX secolo, riferita alla civiltà contadina e pastorale tipica e al lavoro dei maestri artigiani della zona.
Il Centro Culturale Casa Attene a Macomer ha una funzione di centro di documentazione e vi trovano spazio una sala espositiva per mostre temporanee e conferenze, una biblioteca, due sale per laboratori didattici, due sale multimediali con postazioni interattive e video tematici sul patrimonio culturale del Marghine.
Il territorio vanta inoltre la presenza di attrattori di tipo religioso-architettonico, articolata in una rete di espressioni del culto e della religiosità capillare su base comunale; il Comune di Noragugume partecipa al “Cammino di Santu Jacu” quale parte dell’offerta regionale degli itinerari dello spirito, declinati in Cammini di Sardegna e destinazioni di  pellegrinaggio.

Oggi il Marghine si orienta progressivamente verso le vocazioni legate ai saperi produttivi legati all’agricoltura, all’allevamento di ovini da latte e bovini (da carne e latte) e alla produzione del cibo, con una graduale specializzazione verso la lavorazione lattiero casearia e delle carni.

L’agricoltura rappresenta per il territorio del Marghine una vocazione produttiva fondata su fattori endogeni distintivi molto rilevanti. L’ultimo Censimento dell’Agricoltura evidenzia una netta specializzazione a prati permanenti e pascoli (l’85% della SAU totale), la cui biodiversità conferisce caratteristiche qualitative e organolettiche uniche ai formaggi e carni del Marghine. Gli allevamenti sono prevalentemente a carattere estensivo e sono riferibili al comparto ovicaprino da latte (con una produzione stimata di circa 300 mila quintali, pari al 9% sul totale regionale) e a quello bovino (nel segmento sia del latte, con circa il 4% del totale raccolto sul territorio regionale, sia della carne) frequentemente di razza autoctona.

Si sottolinea, inoltre, l’attenzione del territorio per la qualità delle produzioni, in considerazione dell’elevato numero di operatori iscritti nell’Elenco Regionale degli Operatori dell’agricoltura Biologica (105 aziende, che rappresentano l’8,5% di quelle totali, incidenza ben superiore al 2,6% regionale), delle aziende con coltivazioni certificate DOP-IGP (61 aziende). Nel territorio sono presenti anche diverse PAT del lattiero-caseario come s’ischidu, su casizolu e sa Fresa o Fresa de attunzu.

Dalla tradizione pastorale e contadina derivano numerosi altri prodotti gastronomici, tra cui meritano essere ricordati i pani rituali, diffusi in tutti i paesi del territorio, i pani tradizionali come il pane cun bèrdas, su zichi, pane e fresa e i dolci: in questo caso la presenza di forni artigianali e di laboratori dolciari risulta estremamente capillare sull’intero territorio.

Ancora emerge la presenza di colture arboree tradizionali di vite e olivo (Bolotana, Borore, Macomer e Silanus), con la presenza di alcuni frantoi oleari di medie e piccole dimensioni, privati e cooperativi, localizzati nei centri di Bolotana e Macomer.

Nel settore dei servizi sociali e sanitari troviamo una variegata offerta di operatori e iniziative che si integrano con l’organizzazione sanitaria della ATS Sardegna. La forte presenza di attività in campo sociale (cooperative, associazioni no profit, volontariato, ecc.) rappresenta un punto fondamentale per migliorare l’offerta di servizi di tipo socio sanitario alla popolazione, e per creare nuove opportunità occupazionali in risposta al progressivo processo di invecchiamento, della crisi occupazionale che attraversa la regione e dell’appetibilità socioeconomica dell’intera area.

Nel territorio sono presenti alcune aziende agricole multifunzionali a cui è riconosciuto un ruolo centrale nello sviluppo di servizi didattici, attraverso le fattorie didattiche, l’erogazione di servizi a matrice ristorativa e turistica come agriturismi e agri-campeggi, e servizi di natura sociale con esperienze di agricoltura sociale, in cui ricopre un ruolo importante l’ippoterapia.