
Originario di Ollolai – ci tiene a sottolinearlo perché le radici, quelle non si dimenticano mai. Salvatore Bussu è pastore da sempre. La sua azienda, la Società Agricola Nuraghe Orta, si trova sull’altopiano di Campeda, nelle campagne di Macomer, ma le sue radici affondano nei pascoli tra Ollolai e Abbasanta, dove un tempo si praticava ogni anno la transumanza. Dal 1972 la famiglia ha acquistato i primi terreni a Bara (Macomer), per poi spostarsi definitivamente a Campeda, dove oggi coltiva oltre 100 ettari.
La pastorizia, per lui, è nel DNA. “Da mio nonno in poi, siamo sempre stati allevatori”, racconta con orgoglio. Ha iniziato a fare il pastore a 14 anni, subito dopo la terza media, e da allora non ha mai lasciato la campagna. La sua azienda alleva pecore di razza sarda e produce il Fiore Sardo DOP, assieme al fratello Gianfranco. Accanto a questo, l’allevamento di mucche di razza Limousine pura, per la produzione di carne di qualità.
Vedi l’intervista a Salvatore Bussu:
“Non ho mai dato un litro di latte agli industriali – dice con orgoglio –. Abbiamo sempre trasformato in azienda. È una soddisfazione lavorare ancora con le proprie condizioni, dal pascolo alla vendita”. Quando si entra nell’azienda di Bussu, si respira un’aria concreta: diverse stalle al coperto, ben tenute e funzionali, e ampi terreni per il pascolo, che si perdono a vista sull’altopiano di Campeda. È un’azienda dove ogni spazio ha una funzione precisa, pensata per garantire il benessere degli animali e la continuità del lavoro. “Ti rilassi – dice – sei in mezzo al bestiame, vedi la produzione con i tuoi occhi. È un lavoro che dà soddisfazione”.
Grazie al GAL, l’azienda ha realizzato una nuova stalla per bovini, una recinzione perimetrale, opere di muratura in pietrame a secco, la settorizzazione dei pascoli e ha acquistato un nuovo macchinario per la raccolta delle rotoballe, andato a sostituire un vecchio mezzo ormai obsoleto. Interventi concreti che hanno permesso di crescere, migliorare e lavorare con maggiore efficienza.
Il suo sogno? Insegnare ai giovani che la campagna è un lavoro sano, dignitoso e pieno di valore.
“Oggi in campagna c’è tanto – dice – e la terra può ancora dare delle certezze”.