FORSE
Forse, in Sardegna, lo sviluppo rurale, dal basso non si può fare…
Forse chi nasce pastore deve continuare a fare il pastore e non mettersi a programmare lo sviluppo del territorio
Forse anche i sindaci dei piccoli comuni dell’interno è meglio se stanno zitti quando si parla di sviluppo
Forse nel mondo rurale della Sardegna non esistono soggetti in grado di fare proposte e gestire piani di azione: non esistono cooperative sociali, imprese innovative, scuole, etc.
Forse lo sviluppo “dal basso” lo deve fare la regione, anzi un dirigente e qualche funzionario, anche senza competenze specifiche
Eppure l’Unione Europea con il PSR ha chiesto ai territori di costituirsi in partenariato, scrivere un piano d’azione, fare i bandi, ha chiesto alle imprese di governare i partenariati (con il 51% di capacità decisionale) e chiaramente di partecipare ai bandi.
Ma pare che in Sardegna i pastori e i vaccari se partecipano a progettare lo sviluppo sono in conflitto di interessi… persino quando non chiedono contributi, persino quando mettono il loro tempo e il loro lavoro a disposizione dei progetti senza chiedere un euro…
Queste non sono favole, questo è successo nel Marghine al GAL MARGHINE..
E nota bene… per altri il conflitto di interesse non è un problema e viene gestito semplicemente facendo uscire tizio o caio al momento della votazione, alcuni invece verbalizzano CdA che non si sono mai tenuti pur di dribblare il conflitto, qualcuno addirittura ci ha consigliato di sistemare le cose trasformando una legittima approvazione del nostro Direttore in una improbabile approvazione del CdA.
Noi non abbiamo imitato i primi. Noi non abbiamo ascoltato il terzo.
Noi abbiamo voluto esagerare: siamo stati trasparenti e onesti.
In questa sezione pubblicheremo le interlocuzioni del GAL con la Regione per entrare nei dettagli