Fondi Regionali per le spese di gestione dei GAL | Aggiornamento al 15 luglio 2022

Il GAL Marghine ha gestito oculatamente le risorse europee che rimborsano le spese di gestione del GAL. Il GAL non ha debiti, è puntuale con i pagamenti ai fornitori, ha il capitale sociale ancora integro (il capitale sociale sono le quote di tutti noi soci). Ad oggi, i beneficiari dei bandi con domande di pagamento istruite stanno spendendo e rendicontando.

L’Unione Europea rimborsa le spese di gestione dei GAL parametrandole sulla spesa reale dei beneficiari. In altre parole, per evitare di rimborsare strutture inefficaci che si tengono in piedi pur senza riuscire a pagare gli investimenti di allevatori, artigiani etc., ha deciso di rimborsare le spese di gestione dei GAL solo in percentuale a quanto saranno riusciti a spendere e rendicontare i beneficiari dei bandi. Questa regola avrebbe dovuto spingere tutti, dagli uffici regionali alle strutture tecniche dei GAL a essere più efficienti.

Nel 2019 però, a fronte di una spesa pressoché uguale a zero e persino con pochi bandi pubblicati, diversi GAL in Sardegna dicevano di aver esaurito le risorse del PSR sulle spese di gestione. In qualche caso nei giornali di quel periodo, addirittura, alcuni dipendenti GAL sono usciti sulla stampa denunciando di non ricevere pagamenti da mesi. Per intenderci sono spese di gestione dei GAL gli stipendi dei dipendenti, i rimborsi e i gettoni di presenza degli amministratori, i compensi dei consulenti, eventuali affitti dei locali, le spese correnti, etc. etc.

La politica regionale anziché emanare disposizioni finalizzate a facilitare e rendere più efficace il lavoro dei GAL decide di prendere dal bilancio regionale ben 850.000 euro all’anno per finanziare le spese di gestione dei GAL. Dato che serve una motivazione per questa uscita di bilancio deciderà, parecchio tempo dopo, di sottrarre l’istruttoria delle domande di pagamento ad ARGEA per affidarla ai GAL. Lo fa rapportandosi con ASSOGAL, di punto in bianco, a fine programmazione, senza preparare le procedure, senza metter mano agli applicativi informatici, senza prevedere alcuna formazione. Risultato: la situazione delle domande di pagamento dei GAL è peggiorata anziché migliorare. A farne le spese sono naturalmente i tutti i beneficiari dei bandi GAL, il bilancio della Regione e le intenzioni dell’Unione Europea di migliorare il sistema legandolo all’efficienza della spesa oltre che al valore aggiunto dell’Approccio LEADER.

Ma veniamo a noi.

Il GAL Marghine per precisa scelta non istruisce domande di pagamento. Per il GAL Marghine (e solo per il GAL Marghine) continua ad istruire ARGEA che lo fa bene e velocemente.

Il GAL Marghine, sia in questa che nella precedente programmazione, non ha mai fatto parte di ASSOGAL, proprio perché ASSOGAL sembrerebbe muoversi come un sindacato degli amministratori dei GAL e solo raramente occuparsi di territori e di beneficiari dei bandi.

Il GAL Marghine non ha mai avuto bisogno dei fondi regionali per le spese di gestione. Bastano i soldi del PSR perché non paga gettoni di presenza agli amministratori, perché la sede l’ha messa a disposizione un socio (il Comune di Macomer), perché non ha molti dipendenti o molti consulenti come altri GAL etc. etc.

Il GAL Marghine questi fondi regionali li ha utilizzati quasi esclusivamente e per cause di forza maggiore, su mandato dell’Assemblea, come consentito dalle procedure regionali, per pagare gli avvocati a difesa del tentativo di revocare l’intero finanziamento al GAL. Come tutti sanno il tentativo è stato bloccato al TAR: il GAL continua a operare, i bandi sono ancora in piedi, i beneficiari stanno rendicontando e ARGEA sta pagando. Rimane in piedi un ricorso gerarchico del GAL contro una revoca (non applicata e probabilmente non applicabile) di una parte del finanziamento, motivandola in applicazione della sentenza del Consiglio di Stato. Applicazione della sentenza che avrebbe dovuto imporre semmai la revoca dei finanziamenti solo agli amministratori del GAL in conflitto di interesse qualora avessero approvato il Complemento di PdA.

In questi ultimi giorni però la Regione sta aggiungendo altri elementi di confusione operativa e procedurale. Come da note in allegato ha avviato le procedure per il disimpegno delle risorse regionali relative al 2019 e 2020. Lo sta facendo in un modo abbastanza maldestro come potete leggere voi stessi direttamente dagli allegati. E, quello che è più importante, è che lo sta facendo contravvenendo all’articolo 1 della legge 241 che recita al comma 2-bis: I rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione sono improntati ai principi della collaborazione e della buona fede. Si sono addirittura lasciati sfuggire (inviandola al GAL) una determinazione di disimpegno delle risorse regionali 2020 già scritta prima ancora di dare avvio alla procedura.

Siamo nel 2022:

  • le risorse del 2019 sono state spese, fatturate, rendicontate e le fatture sono state inviate in Regione
  • le risorse del 2020 non ci sono mai state accreditate senza peraltro produrre alcuna motivazione valida. Di questo abbiamo allertato gli uffici giudiziari competenti e per questo motivo abbiamo chiesto di poter visionare tutti gli atti del procedimento.

In questi giorni gli uffici amministrativi del GAL stanno preparando il Bilancio e purtroppo dobbiamo fare i conti con questa confusione di entrate e uscite incerte che ne complicano la predisposizione.

Nella prossima assemblea, che sarà convocata a breve, speriamo di avere un quadro più chiaro.

  1. Disimpegno delle risorse regionali
  2. Revoca del disimpegno e avvio procedimento revoca risorse regionali 2020
  3. Avvio del procedimento di revoca risorse regionali 2019
  4. Memorie GAL risorse regionali 2020
  5. Memorie GAL risorse regionali 2019
  6. Revoca Fondi Regionali 2019
  7. Revoca Fondi Regionali 2020
  8. Ricorso Gerarchico GAL avverso Determina Revoca Fondi Regionali 2019
  9. Ricorso Gerarchico GAL avverso Determina Revoca Fondi Regionali 2020