Daga & Sias, Borore: un secolo di formaggi e passione familiare

Salvatore Daga, Caseificio Marghine Daga&Sias

«Un giorno avrò molte più pecore». Così diceva Paolo Sias quando, da ragazzo, iniziò ad avvicinarsi alla pastorizia grazie a uno zio allevatore. Quando gli chiedevano «Ma quante ne vuoi? Cento, duecento…», lui rispondeva di volerne molte, molte di più, voleva il gregge più grande della Sardegna!

Il suo primo gregge contava cinquanta capi. Erano gli anni ’20–’30 del ‘900 e, pur senza terreni propri, Paolo conduceva le pecore lungo le strade campestri di Borore, sognando un giorno di poter possedere un grande allevamento. Insieme alla moglie Maria, trasformò quel desiderio in una tradizione familiare che dura da oltre un secolo.

Accanto alla sorgente “Cazza Funtana” nasce l’impresa Daga & Sias (con il Caseificio Marghine), da cui ancora oggi sgorga acqua limpida: una leggenda racconta da sempre che quest’acqua fosse talmente ricca da poter essere cagliata. La fontana è tuttora parte integrante del territorio di produzione casearia, simbolo del legame tra origini e cultura del formaggio.

Da quel primo gregge l’azienda si è ampliata fino a contare oltre mille capi dislocati tra Borore e Bosa, tutti gestiti dalla famiglia. Salvatore Daga, figlio di Franco e Maria Lussoria, è cresciuto accanto al padre e al nonno, respirando l’odore del latte appena munto. «Fare questo lavoro oggi è ancora più strategico – sottolinea – perché significa rispondere a un bisogno primario: sfamare la popolazione».

Vedi l’intervista a Salvatore Daga:

Quando Franco e Maria Lussoria hanno assunto la guida dell’azienda, hanno investito in nuove strutture con il supporto del GAL Marghine: ampliamento del caseificio, nuovi locali per affumicatura e conferimento del latte, pavimentazione esterna e l’acquisto di un furgone refrigerato. «Con questo – racconta Maria Lussoria – andiamo ovunque, anche alle fiere a Milano, portando i nostri formaggi direttamente al pubblico».

Dal 1996 l’azienda Daga & Sias è certificata biologica, segno di un impegno per la biodiversità e il benessere animale. Oggi produce formaggi stagionati e semistagionati, tra cui il rinomato Fiore Sardo, unendo tradizione e innovazione.

«Sono radici solide – conclude Maria Lussoria – che ci permettono di guardare al futuro con nuove idee e progetti, senza mai dimenticare da dove veniamo».