
L’azienda di Salvatore Pisanu, un tempo dedita alla produzione di latte per il consumo alimentare, si è oggi riconvertita all’allevamento bovino da carne, con un approccio estensivo e prevalentemente al pascolo. Da diversi anni certificata biologica, l’azienda lavora i campi con tecniche a basso impatto, limitando la lavorazione del terreno per integrare – e non sostituire – le piante endemiche già presenti.
L’alimentazione degli animali è garantita dall’autoproduzione: in estate si raccolgono fieno e insilati, così che le vacche possano contare tutto l’anno su foraggi aziendali. “La nostra è un’azienda votata al pascolo, con un ciclo che cerca di chiudersi il più possibile all’interno della realtà aziendale”, spiega Pisanu. Una scelta che consente anche di vendere parte del fieno e delle sementi prodotte.
Grazie al GAL Marghine è stato possibile migliorare il sistema di pascolamento con recinzioni e cancelli che permettono una rotazione più mirata. Inoltre, l’acquisto di una falciacondizionatrice ha reso più rapido e sostenibile il lavoro: i dischi consentono di falciare e sbattere l’erba in più fasi, favorendone l’essiccazione, mentre il voltafieno posteriore la mantiene areata e pronta per essere raccolta in tempi brevi. “Essendo da soli nei campi, queste tecnologie fanno la differenza: permettono ritmi di lavoro più alti e produttivi”, sottolinea l’allevatore.
Vedi l’intervista a Salvatore Pisanu:
Pisanu porta avanti un’eredità familiare: suo padre lo ha affiancato nei campi fino a poco tempo fa e, probabilmente, anche i suoi avi hanno svolto da sempre questo antico mestiere. Dopo un diploma da geometra ha scelto la strada della campagna, un lavoro che lo ha conquistato completamente.
“Le forze col tempo vengono meno, ma la passione è sempre quella degli inizi. Mi piacerebbe poter continuare a investire in questa attività, anche se la penuria di manodopera qualificata è un problema serio. Sarebbe importante formare nuove persone, giovani che sappiano cosa significa davvero questo lavoro”.
La libertà e l’autonomia restano per lui gli aspetti più preziosi: “Il bello è decidere ogni giorno cosa fare, avere il contatto diretto con gli animali e con l’aria aperta. Gli animali ti restituiscono quello che gli dai. Certo, la burocrazia è un limite enorme, spesso eccessiva e difficile da gestire: servirebbe qualcuno che se ne occupi, ma i margini economici non lo permettono. Però la possibilità di sbagliare, correggersi e migliorare resta ciò che rende unico questo mestiere”.